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Filippo Betti

Il Carpfishing

Il carpfishing è una specifica tipologia di pesca che mediante l'utilizzo di apposite tecniche e attrezzature permette al pescatore di catturare le regine dei laghi/fiumi, ossia le carpe di grossa taglia.

Questa tipologia di pesca nasce nel 1978 in Inghilterra, quando Lennie Middleton e Kevin Maddocks osservarono notevoli differenze nel modo in cui le carpe e altri pesci appartenenti alla famiglia dei ciprinidi si nutrivano rispetto ad altre tipologie di specie ittiche. Infatti a differenza dei predatori (come il luccio e la trota ad esempio) le carpe tendono in quasi tutte le circostanze ad aspirare il cibo dal fondale, dalla superficie o da mezz’acqua. Fu così che vennero ideati i primi “rig”. L'hair-rig è una montatura terminale che prevede di lasciare libero l’amo ed andare a montare l’innesco su di un pezzo di filo chiamato “capello”, in modo tale che una volta aspirata l’esca nel momento in cui il pesce sputerà il tutto, l’amo grazie ad una torsione andrà a piantarsi nel labbro (evitando che venga ingoiato e permettendo così di minimizzare i danni) dando al pescatore l’opportunità di iniziare il combattimento.

L’obbiettivo principale del carpfishing è quello di catturare grossi esemplari di carpe e, successivamente ad una bella foto che ne immortali taglia e caratteristiche distintive, lasciare il pesce libero di tornare nelle sue acque preservando così la specie.



Il carpfishing presenta delle singolarità che lo differenziano ampiamente dalle altre tecniche di pesca.

La sessione, ad esempio, generalmente risulta esser più prolungata e stazionaria nel tempo, si passa infatti dalle poche ore di una mattinata fino a battute di pesca lunghe 10-15 giorni senza mai lasciare la postazione. Normale risulta quindi domandarsi come il pescatore possa affrontare queste giornate o ancor meglio queste notti. Tutto ciò implica l'utilizzo di una tenda per pernottare, dei fornelli per cucinare, una branda su cui dormire e tutto ciò che possa per lui garantirgli un certo comfort durante la sessione. Munirsi di buon’attrezzatura per il campeggio è pertanto di notevole importanza.

Il vero carpista (colui che esercita questa tipologia di pesca) però possiede un’etica che lo porta ad avere il massimo rispetto per l’ambiente anche nelle piccolezze, utilizzerà quindi tende e vestiti color verde/marrone in modo tale da non alterare i naturali colori circostanti ma cercando invece di mimetizzarsi diventando un tutt’uno con ciò che lo circonda.



L’attrezzatura utilizzata per pescare è invece progettata nel minimo dettaglio per far si che il pesce non subisca gravi danni e permettere al pescatore di portare a guadino esemplari anche superiori a 30kg. Vengono infatti utilizzati grandi guadini con maglie fitte per evitare danni alle pinne o alle squame, un materassino o culla su cui posare il pesce e mantenerlo bagnato nel momento in cui viene tenuto fuori dall’acqua.

Dopo esser stata pesata, fotografata e dopo aver attentamente disinfettato la sede della puntura dell’amo con appositi disinfettanti, la carpa viene salutata rilasciata. Spesso inoltre il pesce, specialmente dopo intensi combattimenti, appare esausto, è quindi buona pratica eseguire una riossigenazione in acqua prima di liberarlo.




Conclusioni


Oggigiorno in Italia il carpfishing è una tecnica di pesca in espansione. La morfologia del territorio italiano consente di praticare questa pesca nella maggioranza dei suoi laghi e fiumi ricchi di ciprinidi. La voce e la perseveranza di questi pescatori è arrivata anche sui tavoli dei politici, sono infatti state emanate leggi specifiche che regolamentano e preservano questa magnifica pesca.

Tutt’attorno a questo mondo si è poi sviluppato un importante business, nell’arco di pochi anni sono nate numerose aziende che offrono sul mercato grandi varietà di attrezzature permettendo a chiunque di abbracciare questa passione.



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